Si prevede che a fine 2021 l’adozione di modalità di lavoro smart resteranno attive per almeno 2,7 giorni/settimana nel privato e 1,4 nel pubblico, per un totale di 5.350.000 persone.
Non solo perché un rientro di massa rischia di aumentare i contagi e moltiplicare i focolai, ma perché in molti hanno sperimentato i vantaggi che il lavoro agile offre sotto molti punti di vista. I numeri dell’osservatorio sullo Smart working, condotto dal PoLiMi già nel 2019 registravano un incremento della produttività, della motivazione e riduzione dei tassi di assenteismo.
Per questo motivo in questo momento si sta valutando se sia opportuno modificare la normativa sullo smart working. Ci sono pareri contrastanti, alcune società sono più inclini delle altre, mentre i Sindacati al momento invitano a ragionare meglio la questione. Sembra probabile la sigla di un protocollo nazionale sullo smart working siglato dalle parti sociali con il Ministero, come già avvenuto per quello sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.