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Nuovo codice degli appalti pubblici: ecco cosa cambia

18 Gennaio 2024

Il nuovo codice degli appalti pubblici è stato recentemente approvato e con esso si configurano diverse novità per il mondo delle gare d’appalto nonché nuovi criteri di selezione. Ma quali sono gli obiettivi della nuova norma? Per dirla in tre parole: semplificazione, trasparenza e concorrenza. Il provvedimento si prefigge infatti l’obiettivo di semplificare e razionalizzare le procedure di appalto, di aumentare la trasparenza e la concorrenza tra i partecipanti.

Principali novità del codice degli appalti pubblici

Tra le principali novità introdotte dal nuovo codice troviamo:

  • l’estensione dell’obbligo di pubblicazione dei bandi di gara sui portali telematici, al fine di garantire una maggiore visibilità agli avvisi pubblici
  • l’introduzione della figura del Responsabile Unico del Procedimento (RUP), incaricato di gestire l’intera procedura di gara e garantire un controllo costante sull’andamento della stessa
  • l’introduzione della “procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando”, che consente alla stazione appaltante di affidare direttamente l’appalto ad un determinato operatore economico, senza dover pubblicare il bando di gara. Tuttavia, questa procedura è consentita solo in determinate situazioni particolari, come per esempio quando non si ricevono offerte durante una procedura aperta o ristretta.

Nuovi criteri

Il nuovo codice degli appalti prevede l’introduzione di nuovi criteri per l’aggiudicazione dell’appalto. In particolare, viene data maggiore importanza al valore tecnico dell’offerta rispetto a quello economico, al fine di privilegiare la qualità delle prestazioni offerte.

Viene inoltre introdotto un criterio di valutazione basato sulle performance da un punto di vista:

  • ambientale
  • sociale
  • di innovazione dell’impresa.

Non solo. Il nuovo codice introduce novità significative anche in tema di subappalti: viene infatti introdotto l’obbligo per i subappaltatori di presentare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, al fine di garantire la regolarità della propria posizione fiscale e previdenziale.

Si può dire che con il nuovo codice degli appalti pubblici si è lavorato per rinnovare le procedure, e per fare un passo avanti verso una maggiore trasparenza e concorrenza nel mondo degli appalti pubblici, garantendo al contempo una maggiore qualità delle prestazioni offerte dai fornitori.

A cosa si applica il Codice degli appalti?

Il nuovo Codice degli appalti pubblici è una normativa che regolamenta l’affidamento di lavori, servizi e forniture da parte delle pubbliche amministrazioni e si applica a tutte le gare d’appalto promosse dalle amministrazioni pubbliche italiane.

In particolare, il Codice si applica alle seguenti tipologie di appalti:

  • Lavori: si tratta di contratti per la realizzazione di opere pubbliche come strade, ponti, edifici, impianti sportivi e culturali.
  • Servizi: riguardano la fornitura di prestazioni come la gestione dei rifiuti urbani, la pulizia delle strade o la manutenzione degli spazi verdi.
  • Forniture: includono l’acquisto di beni come attrezzature informatiche o veicoli da parte delle amministrazioni pubbliche.

Nell’applicazione della nuova norma, ovvero nella regolamentazione delle nuove gare, il Nuovo Codice degli appalti stabilisce una serie di principi fondamentali che devono essere rispettati durante le procedure di gara. Tra questi principi figurano, come abbiamo visto, la trasparenza, la concorrenza e l’imparzialità. Inoltre, il Codice prevede l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di adottare misure per evitare conflitti di interesse e garantire l’integrità delle procedure.

Procedure più agili

La gestione interamente digitale degli appalti, così come previsto dal Codice e nell’impegno di Anac, ha l’obiettivo di semplificare il ciclo di vita del contratto, garantendo l’estensione del digitale a ogni fase: dalla programmazione, alla richiesta del codice identificativo di gara, fino all’esecuzione e conclusione del contratto, e all’ultima fattura. Questo, se da un lato come abbiamo visto mira a migliorare l’accessibilità alle procedure, che potranno essere gestite in maniera agile, dall’altro va a completare quanto già fatto da Anac rispetto alla Banca dati nazionale dei contratti pubblici. Le informazioni e le attività riguardanti l’appalto passeranno dunque inevitabilmente attraverso piattaforme telematiche interoperabili e confluiranno sul portale dell’Autorità, garantendo una acquisizione diretta dei dati.

Le imprese interessate a partecipare alle gare d’appalto dovranno rispettare precise regole, tra cui la presentazione della documentazione richiesta entro i termini previsti e il possesso dei requisiti tecnici ed economici richiesti dalla gara. Inoltre, il Codice degli appalti prevede la possibilità di partecipare alle gare d’appalto in forma associata, ovvero tramite la costituzione di un’associazione temporanea di imprese (ATI).

Che cosa disciplina il Codice dei contratti pubblici?

Il Codice dei contratti pubblici stabilisce le modalità con cui le amministrazioni pubbliche devono procedere all’acquisizione di beni, servizi e lavori. In particolare, il Codice prevede l’applicazione di procedure di gara per gli appalti di importo superiore a 40.000 euro per i servizi e le forniture, e a 150.000 euro per i lavori.

La semplificazione delle procedure di gara è stata una priorità del nuovo Codice dei contratti pubblici. Abbiamo visto che questo avviene attraverso l’utilizzo di strumenti informatici, ma anche attraverso la riduzione dei tempi di presentazione delle offerte.

Il Codice disciplina i criteri secondo cui una pubblica amministrazione seleziona l’offerta, tra quelle presentate nel corso della gara, e la novità di questi ultimi mesi è che la scelta, a differenza della prassi adottata finora, non si limita a utilizzare il criterio del prezzo più basso, ma prende in considerazione altri aspetti che incidono sul valore tecnico dell’offerta. Si sposta dunque l’attenzione sulla qualità dei beni e servizi oggetto di offerta.

C’è, alla base, la ricerca di requisiti che coinvolgono sia il contenuto dell’offerta, sia l’azienda che partecipa al bando. In questo senso si cerca, con le novità apportate dal nuovo Codice degli appalti, di promuovere la partecipazione delle piccole e medie imprese ai processi di acquisto pubblico, attraverso l’introduzione di soglie differenziate per gli appalti di diversa entità e l’utilizzo di specifiche clausole nei bandi di gara.

Osservatorio nazionale sui contratti pubblici
Una tra le molte novità introdotte dal nuovo Codice dei contratti pubblici è stata la creazione dell’Osservatorio nazionale sui contratti pubblici, che avrà il compito di monitorare e valutare l’attuazione del Codice, oltre a fornire supporto tecnico e formativo alle amministrazioni pubbliche.

L’istituzione dell’osservatorio lavora nella direzione di una maggiore equità: ovvero, per garantire equità di accesso ai processi di acquisto pubblico in Italia. Uno strumento di supporto e di verifica, per assicurare una gestione efficiente delle risorse pubbliche e per promuovere la partecipazione di un panel sempre più ampio di imprese alla vita economica del Paese.

Cosa prevede il nuovo Codice degli appalti

Il testo del nuovo Codice è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 77 del 31/3/2023, Supplemento Ordinario n. 12.
La denominazione ufficiale del provvedimento è: Decreto Legislativo 31 marzo 2023, n. 36 Codice dei contratti pubblici in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici.
La legge del 21 giugno 2022, n. 78 esponeva in maniera chiara cosa avrebbe dovuto prevedere il nuovo Codice in materia di appalti:

  • adeguare la disciplina dei Contratti di appalto al diritto europeoe ai principi espressi dalla giurisprudenza della Corte costituzionale e delle giurisdizioni superiori, interne e sovranazionali
  • razionalizzare, riordinare e semplificarela disciplina vigente in materia
  • evitare di incorrere in procedure di infrazioneda parte della Commissione europea, e allo stesso tempo giungere alla risoluzione delle procedure avviate.

Il nuovo quadro normativo prevede – rispetto ai principi generali in materia di Contratti pubblici – l’introduzione di ulteriori principi, che sono contenuti negli articoli 1, 2 e 3.

Questi rappresentano per il Legislatore veri e propri criteri di interpretazione delle norme del Codice, e vengono declinati in disposizioni di dettaglio. La norma stabilisce dunque che le restanti disposizioni siano interpretate e orientate a quanto stabilito dai principi.

Il principio di risultato

La norma definisce l’interesse pubblico primario del nuovo Codice, ovvero: massima tempestività nell’affidare il contratto e nella sua esecuzione; miglior rapporto qualità prezzo, nel rispetto dei principi previsti dalla legge; trasparenza e concorrenza (come già visto).

In particolare, trasparenza e concorrenza verranno tutelate in quanto funzionali al raggiungimento degli obiettivi prefissati:

  • la concorrenza intesa come metodo volto a conseguire il miglior risultato dal contratto di appalto
  • la trasparenza intesa come funzionale a garantire massima semplicità e velocità nella corretta applicazione della nuova disciplina, assicurandone inoltre la totale verificabilità.

Il principio del risultato rappresenta inoltre un valido criterio per la valutazione delle responsabilità.

Il principio della fiducia

L’articolo 2 del nuovo codice dei contratti pubblici definisce il principio di fiducia, che riguarda le azioni e i rapporti tra la Pubblica Amministrazione e gli operatori economici. Azioni e rapporti che dovranno essere trasparenti, legittimi, e corretti.

i requisiti della fiducia dovranno permeare ciascuna fase del ciclo di vita del contratto pubblico: dalla programmazione alla progettazione, fino all’affidamento e all’esecuzione.

Il principio della fiducia vuole favorire l’iniziativa e l’autonomia decisionale dei funzionari pubblici, i quali, secondo legittimità, trasparenza e correttezza, effettueranno valutazioni ed eseguiranno prestazioni secondo i principi del risultato.

In questo senso si può dire che il principio della fiducia è strettamente correlato al principio del risultato.

 

Il principio dell’accesso al mercato

Il principio di accesso al mercato non è di per sé una novità, se consideriamo il contesto di regole nazionali e comunitarie.

Il nuovo Codice degli appalti punta a sottolineare che le Committenze pubbliche sono tenute a permettere e favorire l’accesso degli operatori economici, nel rispetto dei principi di imparzialità, di concorrenza, di proporzionalità, di pubblicità e trasparenza e in assenza di qualsiasi forma discriminatoria.

Principi e diritti digitali

Grande attenzione viene poi dedicata alla digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti, che come abbiamo visto, si pone un obiettivo sfidante, sarebbe a dire quello di realizzare una vera e propria riforma del sistema economico sociale, orientata al rilancio del Paese.

Un sistema di e-procurement completamente rinnovato, in cui ogni singolo step verrà gestito attraverso piattaforme digitali interoperabili, che permetteranno di raccogliere in un solo luogo informazioni e dati relativi agli appalti.

In questo senso, l’articolo 19 del nuovo Codice definisce i principi fondamentali, connessi all’attività di digitalizzazione, che le Stazioni appaltanti devono adottare:

  • sicurezza informatica
  • protezione dei dati personali
  • neutralità tecnologica
  • trasparenza

Alla base, l’impegno per equilibrare i vantaggi dell’innovazione tecnologica e le fondamentali tutele, che dovranno essere garantite. L’introduzione di un sistema completamente digitalizzato di gestione degli appalti non dovrà in alcun caso comportare una riduzione delle garanzie o dei diritti degli operatori economici, e non dovrà gravare sui doveri delle PA.

Nuovo codice appalti e RUP, cosa cambia

Una delle novità introdotte dal nuovo Codice degli appalti riguardano la figura del Responsabile Unico di Progetto (il cosiddetto RUP).

Se prima con RUP si intendeva definire il Responsabile Unico di Procedimento, la norma introduce una variazione alla definizione di questa figura, che da responsabile del procedimento diventa responsabile del progetto.

Nel prossimo articolo vedremo quali sono le novità che coinvolgono il RUP, una figura nominata dalle stazioni appaltanti e dagli enti concedenti per gestire le fasi di programmazione, progettazione, affidamento ed esecuzione delle procedure soggette al Codice.

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