Avviso 2/2024 Fondirigenti Generazioni Digitali
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L’IA entra nei processi aziendali e rivoluziona metodi e tecnologie a supporto delle operazioni anche nella selezione e gestione del personale. Se pensando al recruiting è inevitabile considerare un approccio human first, le soluzioni offerte dagli strumenti di intelligenza artificiale esistono e sono spesso adottate a supporto del processo di selezione, gestione e comunicazione.
Il rischio di un utilizzo non competente è però alto, e l’impegno – per chi ne fa utilizzo – di formare e formarsi diventa imprescindibile, proprio a causa della caratteristica chiave delle risorse che rendono una azienda capace o meno, attrattiva di talenti o respingente: il fattore human.
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ToggleSecondo il report Confindustria 2025 si legge che l’introduzione e la diffusione di strumenti di IA nei comparti amministrativi e di gestione delle Risorse Umane migliora l’efficienza e le capacità del personale coinvolto in queste funzioni (ovvero HR manager, recruiter, responsabili del personale, responsabili della comunicazione aziendale). Ma gli effetti non si limitano a questi reparti. Il report rileva infatti che l’introduzione di questi strumenti contribuisce a migliorare l’esperienza e la qualità del lavoro anche per i dipendenti di tutti i reparti aziendali, e dunque alle risorse aziendali nella loro totalità.
Negli stessi processi di selezione si adottano, ormai da tempo, soluzioni automatizzate e algoritmiche per l’analisi delle candidature. Sono modalità che prevedono, attraverso strumenti di Intelligenza Artificiale, l’anonimizzazione dei dati sensibili e l’abbinamento (il matching) tra i curricula e le posizioni aperte in azienda. L’obiettivo è in primo luogo velocizzare il processo, e poter usufruire di una valutazione che aspirerebbe a essere più oggettiva e accurata delle competenze.
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Un aspetto che, in seguito a evidenze emerse nel corso degli anni – si pensi al caso dell’algoritmo di selezione di una grande internet company che per molti anni ha discriminato le candidature di donne nei ruoli legati all’IT – è stato (ed è tutt’ora) oggetto di studio è la presenza di bias discriminatori nei meccanismi di selezione algoritmici.
Se da un lato gli strumenti di Intelligenza Artificiale possono velocizzare il processo di selezione e ridurre pregiudizi, è altrettanto vero che il loro funzionamento si basa su istruzioni e serie storiche che sono esse stesse portatrici di dati non rappresentativi. Nel caso citato la maggiore frequenza di assunzioni nei reparti IT di candidati uomini forniva un dato non rappresentativo delle risorse “candidabili”, provocando una distorsione che portava l’algoritmo a escludere, tra due candidati con le stesse qualifiche, la candidata di genere femminile.
Allo stesso modo, i pregiudizi culturali vengono trasferiti all’interno dei dati di addestramento su cui si baserà il funzionamento della macchina. Diventa dunque necessario esercitare con massima accuratezza un controllo sulla presenza di bias all’interno di tali sistemi, adottare specifici accorgimenti e formare il personale che utilizza tali strumenti, affinché la presenza di tali distorsioni possa essere mediata.
Tenendo in considerazione le questioni etiche e operative che l’uso di questi strumenti solleva, diversi sono i vantaggi che possono apportare al settore Risorse Umane. L’Intelligenza Artificiale rende infatti possibile automatizzare molte delle attività che, di norma, vengono eseguite dai recruiter.
Uno dei principali vantaggi dell’IA è l’automazione delle attività ripetitive e a basso valore aggiunto. Gli algoritmi avanzati possono infatti analizzare migliaia di curricula in pochi secondi, e selezionare tra essi quelli che meglio si adattano ai requisiti richiesti per la posizione offerta. Questo consente ai professionisti HR di concentrarsi su attività più strategiche, come lo sviluppo del talento e la pianificazione della forza lavoro.
La selezione avviene attraverso l’analisi di grandi dati storici, che indentificano i pattern e fanno previsioni su quali candidati hanno maggiori probabilità di successo in azienda.
Se da un lato la qualità delle assunzioni può essere velocizzata grazie all’analisi predittiva, è proprio in questi meccanismi che si nascondono i rischi di una distorsione dei risultati, che possono perpetrare discriminazioni presenti nello “storico” su cui basano le loro risposte.
Un altro uso significativo dell’IA è nella creazione di annunci di lavoro più efficaci. L’analisi del linguaggio naturale consente di generare descrizioni che attraggono diverse tipologie di talenti, eliminando termini che potrebbero scoraggiare determinati gruppi demografici. Inoltre, le piattaforme basate su IA possono suggerire aggiustamenti nei criteri di selezione in base ai dati storici, migliorando l’inclusività e l’equità nel processo di assunzione.
Un altro modo di utilizzare l’Intelligenza artificiale nel reclutamento è la predisposizione di interviste automatizzate. Attraverso l’uso di chatbot e software di riconoscimento vocale, le aziende possono condurre interviste preliminari con potenziali candidati. Questi strumenti possono valutare le risposte dei candidati e fornire una prima scrematura basata su criteri prestabiliti. Anche in questo caso è necessario porre massima attenzione ai criteri forniti (ovvero con cui il sistema viene istruito) che potrebbero essere portatori di discriminazioni latenti o implicite.
Le interviste video automatizzate rappresentano un ulteriore avanzamento facilitato dall’IA. Queste piattaforme valutano le risposte dei candidati sia a livello verbale, sia non verbale, utilizzando tecniche come il riconoscimento facciale e l’analisi del tono vocale. Ciò agevola i responsabili delle risorse umane nell’ottenere una comprensione più approfondita delle competenze comunicative e del potenziale culturale dei candidati.
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l’intelligenza artificiale può ottimizzare la gestione delle performance dei dipendenti. Attraverso il monitoraggio continuo e l’analisi dei dati relativi alle prestazioni individuali, l’IA può fornire insights personalizzati per il migliore il loro rendimento. Un approccio data-driven che permette una gestione oggettiva e trasparente dell’operatività e della produttività del lavoratore.
L’utilizzo di tali strumenti è funzionale anche alla cosiddetta retention dei collaboratori. Esistono chatbot che offrono un supporto immediato e personalizzato nel rispondere a domande frequenti relative a policy aziendali o benefit e che possono raccogliere feedback dai dipendenti in modo continuo, permettendo all’azienda di intervenire tempestivamente per migliorare la soddisfazione lavorativa. Questi strumenti hanno il vantaggio di liberare il tempo degli HR, che può essere così dedicato a questioni più complesse.
Credits: Foto di Vitaly Gariev su Unsplash
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